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A che servono i cerotti blu che portano alcuni atleti e cosa sono esattamente?

Gli appassionati di calcio, ma anche di altri sport lo avranno notato di sicuro sul corpo di alcuni atleti: ma cosa sono quei cerotti blu che indossano? Ora ti spiego cosa sono e a cosa servono.

Detail of kinesio tape with Italy flag colours during the FIH Women's Series Finals Valencia 2019 pool B match between Italy and South Africa at...

Spesso, gli atleti sono soggetti a dolori muscolari, strappi…, ma vogliono ugualmente giocare anche perchè, non si evidenzia nessuna lesione muscolare. Però, vogliono giocare non avvertendo dolori o fastidi ulteriori. Come fare allora? La risposta la trovano grazie a dei cerotti colorati elastici che posizionano sulla zona interessata dal fastidio.

La metodica del kinesio taping è stata messa a punto sul finire degli anni 70 da Kenzo Kase, chiropratico giapponese specializzatosi presso la prestigiosa National University of Health Sciences di Chicago, mentre sempre negli Stati Uniti le squadre di basket iniziavano ad adoperare bende adesive per proteggere soprattutto le caviglie dei giocatori. La prima apparizione internazionale di questi cerotti è avvenuta in occasione delle Olimpiadi di Seoul 1988 con la nazionale giapponese di pallavolo, ma in Italia sono divenuti noti al grande pubblico grazie al calciatore Mario Balotelli, che li ha esibiti, sfilandosi la maglietta azzurra dopo il suo secondo gol, durante la semifinale degli Europei del 2012 vinta 2 a ­1 dall’Italia sulla Germania.

«Il kinesio taping», spiega Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del ginocchio e Traumatologia dello sport dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano e del settore medico dell’Inter, «si basa sull’applicazione di particolari cerotti elastici e non medicati. Cerotti che, in pratica, seguono la lunghezza del muscolo e del tendine per supportarne e proteggerne il movimento e, tramite l’azione compressiva, favorire il riassorbimento di piccoli edemi (facilitano il drenaggio linfatico) o infiammazioni. Inoltre salvaguardano articolazioni quali ginocchio, caviglia, polso, spalla».

Insomma, permettono all’atleta di muoversi meglio, più liberamente, con meno rischi di infortuni e alleviando eventuali dolori muscolari e contratture. Ovviamente tali fasce adesive «non vanno messe sul corpo a casaccio», prosegue Volpi, «ma devono essere applicate da un terapista esperto, che abbia seguito appositi corsi». Sconsigliato, quindi, il fai­da­te e il tenerli per troppo tempo: «Spesso vengono applicate per il tempo della prestazione sportiva e anche in ambito non sportivo hanno una durata di qualche ora, dieci o dodici. Inoltre dobbiamo tenere conto di fattori quali la sudorazione, che possono provocarne l’allentamento o il distacco, e, comunque, si devono togliere al momento di lavarsi».

Non presentano, invece, controindicazioni particolari, se non «quando la pelle non è sana, a causa di ferite ed escoriazioni», dice il traumatologo. «Fermo restando che, ovviamente, non sono la panacea di tutti i mali». Nel caso di edemi profondi o lesioni significative, quindi, occorre sottoporsi a terapie più specifiche.

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