A new scientific discovery that might change our history forever

Immagine presa da Google
“Abbiamo trovato il nostro parente perduto da tempo” queste sono le parole di Xijun Ni, un professore dell’Accademia Cinese di Scienze, che insieme al suo team è riuscito ad analizzare un teschio di una possibile nuova specie umana, che i ricercatori hanno definito “Homo Longi”. Questo nome deriva dal cinese “long” che significa “drago”, perciò molti ricercatori chiamano questa nuova specie “Dragon Man”.
Il nome deriva anche dal luogo dove è stato ritrovato il teschio; questo fossile fu per la prima volta trovato nel 1933 da un operaio che stava lavorando per la costruzione di un ponte sopra la riva del “Black Dragon River” (tradotto il “Fiume del Dragone”). A quel tempo in Cina vi era l’occupazione giapponese, perciò, l’uomo, per proteggere questo fossile, decise di portarlo nella sua casa dove lo tenne per ben 80 anni. Solo al suo punto di morte l’uomo rivelò la scoperta alla famiglia e ai ricercatori.
Grazie alla buona conservazione del fossile, gli archeologi sono riusciti a dargli un’attenta descrizione. Innanzitutto il cranio ha una dimensione maggiore rispetto ai teschi di altre specie umane. La dimensione del cervello è quasi simile a quella nostra, la cavità degli occhi è molto grande, la mandibola è larga e i denti sono molto sviluppati.
Adesso è in corso un dibattito molto acceso. Molti studiosi non sanno ancora dove collocare il “Dragon Man”. Secondo i ricercatori dell’Accademia Cinese, questa nuova specie potrebbe essere un ponte tra l’uomo di Neanderthal e l’Homo Sapiens essendo il cranio più sviluppato rispetto ai Neanderthals. Invece altri ricercatori come la professoressa Marta Mirazon dell’università di Cambridge affermano che questa specie potrebbe appartenere ad un altro gruppo ovvero quello dei “Denisovans”. La professoressa, insieme al suo gruppo, ha rilevato una somiglianza tra la mandibola dei Denisovans e dei “Dragon Man” che porterebbe alla conclusione che i due gruppi siano collegati tra di loro.
Nonostante l’acceso dibattito, i “Dragon Man” potrebbero rappresentare un ulteriore passo per l’uomo per dare più chiarezza alla nostra storia.