Ogni fenomeno associativo prevede una sorta di gerarchia che prende decisioni che poi mettono in atto gli organi principali o periferici (come presidente, segretario e via discorrendo).
Vi sono, però, realtà associative del tutto differenti da quelle legali, esse si riconoscono principalmente in: associazioni eversive, organizzazioni criminali, gangsterismo minorile. Queste tre realtà portano differenze e comunanze. La prima similitudine è l'organizzazione; seppur diverse tutte le organizzazioni ascrivibili ad associazioni - o similari - hanno una struttura in cui viene riconosciuto un capo - che assume nomi diversi in base ai casi, ma è pur sempre un capo-. Ad esso vanno attribuite tutte le caratteristiche tipiche del capo: prendere decisioni, gestire il gruppo e così via discorrendo. Cosa cambia nel mondo criminale? Il capo diventa indiscusso, punto fermo, quasi un rex solutus , nel senso che ha pieno controllo dei suoi sodali e sottoposti. Al capo è demandato l'instaurarsi di alleanze, fiancheggiatori e così via. Nel caso delle mafie, iniziando ad analizzare i tre casi, il capo, essendo assoluto, dichiara guerra, determina la fine di essa, stringe alleanze, gestisce soldi e uomini, prende decisioni, dirime controversie diplomaticamente per evitare lo scontro diretto - controproducente per le associazioni mafiose perché fa esporre troppo l'associazione stessa e i suoi sodali -;ha l'ultima parola su tutto e la sua parola è legge, non esiste niente al di sopra di lui e non può esserci concorrente che non sia della stessa stazza - cioè della stessa fattura -. Nelle associazioni sovversive, invece, è fondamentale il farsi vedere: prendiamo per esempio le BR o i NAR, le due grandi associazioni terroristico-sovversive - non foss'altro per le azioni che hanno portato a termine -. Nell'orbita delle BR e dei NAR orbitavano altre associazioni sovversive - Ordine Nuovo, Fronte Nazionale, Avanguardia Nazionale, Ordine Proletario, Proletari Armati per il Comunismo, Nuclei Armati per il Comunismo e così via -. Tutti facevano capo o ai Nar o ai Brigatisti Rossi, però mantenevano una sorta di autonomia di azione. Le azioni congiunte non esistevano, potevano essere approvate da tutti, ma mai tutti assieme facevano azioni - certe volte misero in mezzo la mafia, ma poche volte per non destare sospetti e solo se quell'azione avrebbe potuto in qualche misura portare beneficio all'organizzazione criminale -. In questo caso, il farsi vedere non è controproducente, anzi al contrario produce proseguiamo e audience - oltrechè terrore che è il primo scopo del sovversivo -. Le BR avevano la strana abitudine di rivendicare attacchi - anche se non erano stati materialmente commessi da loro, ma era un modo per mettersi in mostra -, scrivere comunicati e qualsiasi cosa potesse essere volta a farsi conoscere - basta leggere un qualsiasi comunicato delle BR per capire che non era opera di un delirante o di un gruppo di esaltati, ma erano terribilmente e spaventosamente lucidi -.
A conclusione vi è lo strano caso delle baby-gangs. Il CSM, consiglio superiore della magistratura, l'11 Settembre 2018, votò una risoluzione sul fenomeno. Nella relazione si legge «Tutti gli Uffici Giudiziari operanti in questo ambito devono confrontarsi sia con forme più moderne di criminalità e speculari, talvolta inedite, manifestazioni di devianza minorile (così il bullismo e il cyberbullismo), sia con fenomeni delinquenziali tradizionali (così i reati di tipo predatorio, quelli di offesa alle persone e quelli di partecipazione, con ruoli per lo più esecutivi, a sodalizi malavitosi organizzati).». Sono fenomeni - non è questa la sede per approfondire la questione - che nel tempo si sono acuiti, ma che sono diversi tra loro: nel bullismo/cyberbullismo le vittime sono note ai soggetti; nelle cambia perché le vittime sono dei perfetti sconosciuti o conoscenti. Anche in questo caso il capo, colui che viene riconosciuto come tale, prende tutte le decisioni; il gruppo, invece, si trova in una situazione di sudditanza verso il capo perché, nelle baby gang, si riproduce lo schema -seppur con significative variazioni - della criminalità organizzata. I baby gangsters tendono all'imitazione della fenomenologia tipica della criminalità organizzata - ponendo in essere tutta una serie di condotte ascrivibili e proprie dell'ambiente malavitoso -.
I tre fenomeni -sovversione, mafia e baby gangsterismo - sono dunque accomunati dal potere riconosciuto al capo dell'organizzazione che, ammaliato dai fumi del delirio di onnipotenza, vuole imporre il suo potere anche sul popolo.
Fonti:
Risoluzioni CSM sul fenomeno delle babygang
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