“Spero che vadano” a vaccinarsi ma “secondo me non ce la faremo mai” a immunizzare i circa 1,4 milioni di under 18 che mancano all’appello, “entro l’inizio della scuola”. A dirlo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, nel primo giorno di vaccinazione anti-Covid aperta in tutta Italia alla fascia di età 12-18 anni senza prenotazione. “Abbiamo una marea di regioni – ricorda l’infettivologo all’Adnkronos Salute – che lo avevano già fatto, diciamo che adesso si fa anche a livello nazionale. Possiamo provare a fare il massimo possibile, ma ci sono regioni molto indietro e altre più avanti. Secondo me – afferma – la vaccinazione dei ragazzi rispecchia quello che è avvenuto nelle persone più avanti con gli anni: le regioni che hanno vaccinato meno gli over 50, che poi sono i genitori dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni, sono le stesse che vaccinano di meno anche i ragazzi. Purtroppo – rileva – c’è un problema culturale: se non si vaccina il genitore finisce per non vaccinarsi il ragazzo e questa è una situazione molto preoccupante e molto brutta, perché secondo me ci sarebbero dei ragazzi che vorrebbero vaccinarsi e trovano genitori culturalmente negativi o contrari al vaccino e questo sicuramente non aiuta”. L’obbligo? “Nel momento in cui dovesse esserci una resistenza forte da parte dei genitori – sostiene Bassetti – è evidente che il passaggio successivo dovrebbe essere quello che si è fatto già per la vaccinazione della scuola primaria con i 10 vaccini resi obbligatori. Se questo mese di campagna vaccinale per i ragazzi – conclude – non dovesse portare risultati, la politica si deve interrogare se sia il caso di mettere l’obbligo almeno per chi frequenta le scuole. Perché la scuola è una comunità chiusa che deve essere sicura, altrimenti – ammonisce – diventa volano per contagi anche per gli anziani”.A cura di Davide Falcioni
Comentarios