Bullismo? Parliamone
Non è raro sentire alla TV notizie riguardanti le c.d. “baby gang” che con una banalissima scusa avvicinano dei ragazzini, magari più piccoli o coetanei, e rapinano, stuprano o aggrediscono; gesti fatti per il semplice gusto di “vivere la strada”. Il bullismo, soprattutto di gruppo, puo essere associato alla mafia - con le dovute differenze del caso-. In linea di massima i due fenomeni sono pressoché uguali: un capo, tutti gli accoliti, sottomissione totale al capo, omertà, voglia di emergere - caratteristica, quest'ultima, che nella mafia manca, in quanto nel caso in cui una famiglia mafiosa tenta di emergere, arriverà ad un punto dove si apre la faida -. Il bullismo, è verissimo, è un fenomeno come tutti gli altri, ma si può fermare dando aiuto alla vittima ma anche al bullo, perche probabilmente il bullo, sotto quella maschera di “forte”, si nasconde “la banalità del male” -per usare la Harendt -; si perchè i bulli sono solitamente ragazzini che non riescono ad esprimersi come dovrebbero, o come vorrebbero, e la violenza è l'unica strada che posseggono. Ricordiamoci sempre che di bullismo si muore e ogni ragazzo che di bullismo muore è colpa della società che non ha saputo educare i bulli. Dobbiamo smettere, nelle scuole, di sottovalutare il problema: ascoltare la vittima è fondamentale, non la si deve demonizzare; ascoltare il bullo è necessario, non lo si deve giustificare. Nelle scuole bisogna che i professori capissero i ragazzi, soprattutto quando vi sono atti di questo genere, non demonizzare la vittima perché magari è più fragile. Dobbiamo metterci in testa una volta per tutte che non esistono le persone uguali: ognuno reagisce a modo suo e quando subisce bullismo tutti dobbiamo attivarci per proteggere quella persona, a prescindere se siamo amici o conoscenti. Un sorriso, una parola, in questi casi servono e poi denunciare sempre. Ogni violenza è un abuso alla proprio persona. Quindi, a scuola bisogna proteggere gli alunni, sempre.