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Coronavirus, il pericolo ora diventano i… giovani!

In queste ultime settimane in Italia ma un po’ in tutta Europa, i numeri dei contagi stanno avendo un aumento, per il caso italiano fortunatamente i numeri non sono ancora allarmanti ma, in altre zone come Francia, Spagna e Germania, non è la stessa cosa perchè, è arrivata la seconda ondata di contagi, condizionata anche dall’arrivo di turisti stranieri e del flusso migratorio proveniente dalle zone più povere dell’est. In Italia, il nuovo aumento dei contagi, non è dovuta alla seconda ondata ”interna” di contagi ma, è dovuta all’arrivo incontrollato dei migranti, che la maggior parte delle volte dei casi è positivo. Il governo, in vista anche della ormai prossima apertura delle scuole sta pensando anche a vasi possibili scenari di quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi. In queste settimane, il’età media dei nuovi contagiati è scesa di molto e, secondo il governo, nei prossimi mesi, il veicolo di contagio sarà fra i giovani.

Moniti che il governo recepirà nel nuovo Dpcm in arrivo nel fine settimana e in vigore fino al 31 agosto, in cui saranno ribadite le tre regole auree: uso delle mascherine nei luoghi chiusi, distanziamento sociale e igiene. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, rivolge in particolare ai giovani un appello alla cautela: “Serve più attenzione. Siete il principale veicolo di contagio”. L’età media dei positivi al Covid è scesa a 40 anni dai 60-65 di due mesi fa: un dato che preoccupa soprattutto in vista dell’autunno, quando la pandemia potrebbe riprendere forza e contestualmente ci sarà la ripresa delle scuole e dell’università. Per questo il governo ha già in mano un documento riservato, redatto dagli esperti dell’Istituto superiore di sanità e del ministero, in cui sono analizzati tre possibili scenari: dal migliore, in cui i contagi rimangono sotto controllo, all’ipotesi peggiore in cui la seconda ondata assume le stesse proporzioni di quanto già vissuto a marzo. Il testo prevede già alcune contromisure: osservate speciali dovranno essere sopratutto le Residenze per anziani (Rsa) e poi, appunto, le scuole.

“In questi giorni ne stiamo vedendo di tutti i colori: discoteche, apericene, locali notturni affollati, assembramenti di ogni tipo. Alle ragazze e ai ragazzi dico: state attenti, perché voi siete il veicolo principale del contagio in questo momento”, dice il ministro Speranza dalle pagine della Stampa. Il suo appello arriva dopo i dati comunicati ieri dal ministero: i nuovi casi hanno superato quota 400 in un giorno e l’Rt è tornato a schizzare per la prima volta da mesi sopra l’1. Significa che ogni persona positiva infetta in media un’altra persona. L’età media dei contagiati che si abbassa è un altro indice di come la diffusione del Covid stia cambiando dinamiche: “I ragazzi forse non sanno – aggiunge Speranza – che oggi l’età media del contagio è scesa a 40 anni mentre solo due mesi fa era 60-65 anni. È chiaro quindi che i giovani sono un veicolo di contagio potenziale pericolosissimo, e non tanto per se stessi. Il vero rischio è che, tornati a casa dalla movida, possano contagiare i loro genitori o i loro nonni“.

Un appello rivolto ai giovani a cui però non va scaricata la responsabilità di quanto accade, secondo il virologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti. “E’ indubbio che il virus sfrutti il comportamento sociale degli individui – spiega sempre sulle pagine de La Stampa il professore che ha coordinato l’emergenza in Veneto – Ma trovo curioso questo scaricabarile fatto sui giovani: in fondo, siamo noi che abbiamo dato a loro insegnamenti e messaggi che, forse, in alcuni momenti sono stati anche sbagliati. Per cui ce ne dobbiamo assumere la responsabilità”. Il ministro Speranza però fa trapelare preoccupazione e invita a guardare a quello che sta accadendo negli altri Paesi europei: “È vero che l’Italia in questa fase sta meglio degli altri Paesi, ma è pura illusione pensare che, mentre nel resto d’Europa il contagio riparte e già si parla di seconda ondata, noi possiamo restare tranquilli e beati dentro i nostri confini”.

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