CORONAVIRUS: tracce di INFEZIONE negli OCCHI anche dei NEGATIVI al COVID.

Gli esperti hanno studiato 91 soggetti ricoverati in terapia intensiva, dei quali 52 possedevano il virus pure nelle lacrime. Non è tutto: gli autori del lavoro sottolineano inoltre che Sars-CoV-2 può essere rilevato sulla superficie oculare di persone anche quando il test nasofaringeo risulta negativo.
La ricerca è stata condotta tra il 9 aprile e il 5 maggio 2020, ovvero nella prima ondata pandemica, in Lombardia, la regione più colpita in assoluto. Gli studiosi han deciso di confrontare i tamponi congiuntivali di 108 partecipanti, di cui 55 donne e 53 uomini, alcuni perfettamente sani, altri malati. In un sottogruppo di 41 volontari si è trovata una concordanza del63% tra i risultati positivi di ambedue i test (oculare e classico) se eseguiti entro due giorni l’uno dall’altro; in 10 casi, però, con grande stupore, il tampone nasale non rilevava carica virale, mentre quello ai bulbi oculari sì.
Dallo studio, come riporta il Messaggero, non è stato possibile determinare l’infettività delle lacrime, ma gli esperti hanno potuto constatare che il patogeno fosse presente comunque sulla superficie degli occhi e tale risultato potrebbe esser valutato in qualità di esame diagnostico supplementare. In altre parole, quando la diagnosi classica mostra la presenza di COVID-19 (soprattutto in quantità piccole) è plausibile una riconferma tramite analisi delle superfici oculari.
Ancora una volta, il coronavirus continua a stupire, poiché oramai si è trovato in ogni parte del corpo: se all’inizio si pensava che fosse una malattia respiratoria particolarmente grave, successivamente si è scoperto che è un malanno che coinvolge tanti organi, con conseguenze devastanti per alcuni pazienti.