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Crisi di governo e dimissioni congelate. Quid iuris?

Col termine crisi di governo si intende una situazione politica di stallo nella quale il Governo rischia di terminare la sua esperienza. Al di là di tipi di crisi, facciamo chiarezza sugli ultimi eventi.

Si è parlato delle dimissioni presentate da Draghi al Presidente della Repubblica e che quest'ultimo le abbia congelate. Giuridicamente parlando cosa significa? Partiamo dal presupposto che il Presidente della Repubblica un minimo di autonomia decisionale, per Costituzione, è garantita al fine del corretto esercizio delle proprie funzioni. Ora, congelare le dimissioni non ha lo stesso significato di rifiutarle, quanto piuttosto capire se quel gesto è stato dettato dalla decisione concitata del momento, oppure vi è una motivazione politica, come la perdita della maggioranza. Quando i governi, nel Regno d'Italia, rispondevano solo al Re era facile che con o senza maggioranza il Governo fosse in piedi - l'esperienza del fascismo lo insegna -; nel nostro sistema, nel quale il Governo risponde al Parlamento, se si perde la fiducia - la naturale connessione tra il popolo (Parlamento) e amministratori di esso (governo) - ecco che cade. Infatti il governo può cadere per:

a) Perdita della fiducia cioè non raggiunge più la maggioranza in Parlamento

b) Dimissioni della maggioranza dei ministri che, di fatto, non potendo essere rimpiazzati, il governo non ha più motivo di esistere. I ministri sono quelli con portafoglio

c) Dimissioni del Presidente del Consiglio che determina la immediata caduta dell'Esecutivo.

Col Governo Conte II anche in quel caso le dimissioni furono congelate, ma il discorso cambia poichè i numeri erano stati perduti e quindi il governo non poggiava su basi solide di fiducia; con Draghi, invece, i numeri ci sono e, dunque, la decisione del Capo di Stato è giustificata dai numeri che il Parlamento ha rigettato alla fine della seduta di votazione.

Se cadesse il Governo o si crea un governo di "balneazione", cioè di transizione stile prima repubblica, oppure il Capo di Stato scioglie le Camere e si va al voto.


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