La scuola deve essere l’ultima” ad essere interessata da eventuali provvedimenti sui “problemi connessi al costo dell’energia”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a Radio Anch’io su Radio 1.
“La scuola ha bisogno di una presenza chiara ed esplicita e non soggetta agli andamenti del prezzo del gas”, ha sottolineato il ministro commentando ipotesi di chiusure al sabato (con dad) o accorpamenti di orari per consumare meno energia negli istituti scolastici.
“Stiamo investendo tempi prolungati, sui tempi pieni, stiamo dando risorse per le mense e per le palestre ma questo è un altro piano”, ha aggiunto il ministro.
Il governo aveva già detto no all’ipotesi
Le parole del ministro giungono dopo le indiscrezioni circolate in merito alla Dad contro il caro-energia. La riduzione degli orari delle scuole – con la possibilità della cosiddetta settimana corta – così come l’ipotesi di un ritorno in Dad per frenare l’emergenza energetica “non è mai stata sul tavolo, non si è mai discusso di scuola”.
“Al momento – aggiungono – il gas c’è, non sono previsti razionamenti o misure drastiche di altro tipo. Al limite, se la Russia dovesse chiudere i rubinetti, si dovrà ragionare su misure ‘draconiane’ da adottare, anche sul sistema pubblico. Ma non si è parlato di scuola. La nostra dipendenza da Mosca sul gas è per lo più scesa dal 40% al 18%, dunque anche nello scenario peggiore l’Italia si troverà in condizioni di poter fronteggiare l’emergenza”.
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