Carissimi lettori,
stamani al TG1 è stata trasmessa, in una videochiamata in diretta, una testimonianza a dir poco straziante.
L'uomo ha detto che non si trova più nulla, non danno acqua «neanche per 50 euro».
Fa molto pensare, fa pensare non tanto per l'economia - quella lasciamola a chi di dovere - ma per
la crisi umanitaria. Sono esseri umani, non carne da macello.
Molti soldati russi - di cui Putin rivendica l'eroismo - sono ragazzini di 18/20 anni, molti anche più piccoli,
che appena vengono presi piangono e vogliono chiamare le madri perché non sapevano che sarebbero andati
in guerra, che sarebbero andare ad invadere i loro vicini di casa.
Sul web gira un video che, per quanto si può essere contro i russi, fa molto pensare. Un prigioniero coccolato
da alcune ragazze; prigioniero a cui sono stati dati cibo e tè caldo - segno, questo, che i soldati sono provati
senza cibo nè acqua -.
La guerra, quando non è voluta - premesso che nessuna guerra armata è giusta, perché la guerra diplomatica
al massimo ci si prende a parole, ma non fa male a nessuno - succede questo: soldati che si sciolgono e
chiedono aiuto a coloro che li traggono in arresto.
Ieri l'ONU ha condannato a maggioranza l'azione di Putin: ora noi auspichiamo che spicchi un mandato di
cattura internazionale nei confronti di Putin per i reati internazionali previsti e puniti dagli articoli 6
(crimine di genocidio), 7 (crimini contro l'umanità), 8 (crimini di guerra) dello Statuto di Roma (statuto
della Corte Penale Internazionale), nonché per art. 5 comma 1 lett. d) (aggressione), perchè Putin è colpevole
di tutto questo, Putin è colpevole delle sofferenze, insieme ai suoi oligarchi - che sono concorrenti dei reati -.
La pena deve essere erogata ai sensi dell'art. 77 comma 1 lett. b) (ergastolo) e comma 2 lett. b) (confisca dei
beni) - salvo quelli contratti a favore di terzi in buona fede, come recita il testo legislativo- : la pena massima e
più grave, infatti, l'art. 77 comma 1 lett. b) recita, dopo la parola ergastolo, «se giustificato dall’estrema
gravità del crimine e dalla situazione personale del condannato.»
Putin deve pagare per i morti, per i profughi, per i suoi soldati che non vogliono la guerra e cadono nelle
braccia dei loro arrestanti.
Anche se dovesse ritirare le truppe comunque deve pagare per i suoi crimini, perché questo gesto non passi
inosservato. I reati non hanno bisogno di prove, perché le prove sono sotto gli occhi e dovrebbe, la Corte,
procedere per direttissima, senza possibilità di sconti di pena.
La Giustizia Internazionale non stia zitta e faccia partire i mandati di cattura per Putin e i suoi collaboratori
più stretti e finanziatori. Non permettiamo che ci sia una nuova Unione Sovietica e non permettiamo che ci
sia una nuova Guerra Fredda.
La redazione
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