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E' uscito il videoclip di "Nessuno è Stato", estratto dal disco "Sparare a vista" di Gaetano Nicosia


“Nessuno è Stato è una canzone che, attraverso la vicenda di Roberto Franceschi, vuole rappresentare la metafora di questa degenerazione per cui chi ha ricevuto il potere si ritiene totalmente svincolato dal principio di responsabilità, al punto di sentirsi in diritto di togliere la vita a chi quel potere te lo ha consegnato. Se davvero vogliamo che mai più si uccida in nome dello Stato e senza che sia mai individuato il responsabile (nessuno è stato) è necessario lavorare per costruire una cultura comunitaria per cui nessuno è Stato.”


Scritto e arrangiato con straordinaria cura, il disco SPARARE A VISTA nasce dalla lettura del libro del collettivo N23 "Perché non sono nata coniglio", dedicato alla storia di Lydia Franceschi, staffetta partigiana, preside, insegnante e madre di Roberto Franceschi, ucciso il 23 gennaio 1973 da un colpo di pistola sparato dalle forze dell'ordine davanti alla Bocconi, durante una manifestazione del Movimento Studentesco. Lydia combatte 23 anni per ricostruire i fatti, ottenendo dallo Stato, che si assume l’intera responsabilità senza identificare i colpevoli, il risarcimento che ha permesso la nascita della Fondazione Roberto Franceschi Onlus.

9 tracce che restituiscono a nuova vita la subcultura punk degli anni Settanta, andando contro i canoni sociali e puntando a un reale cambiamento del mondo a partire dalla memoria e dall’assimilazione dei fatti di cronaca.

“In natura Il potere, al di là dei rapporti di forza, non esiste. Si tratta solo di una grande convenzione che affonda le radici nella necessità di organizzare comunità complesse, ma che ha finito per prendere vita come frutto deviato, un po’ come Frankenstein che non risponde più ai comandi di chi lo ha creato.

Il potere origina dunque da una cessione che ciascun cittadino fa alle istituzioni in nome della necessità di governo della comunità. Tutti siamo Stato, nessuno è Stato. Troppo spesso, però, chi riceve il potere, inebriato dalla vertigine, dimentica che non è suo, ma rappresenta una funzione che andrebbe usata solo nell’interesse di tutti, e non come strumento di prevaricazione, privilegio, dominio. È come se consegnassimo le chiavi della nostra macchina a qualcuno ma costui, invece di portarci dove vorremmo, iniziasse a usare l’auto solo per i suoi interessi personali, lasciandoci a piedi, talvolta minacciando di investirci o addirittura investendoci.”


Fonte: comunicati inviati in redazione da Purr Press

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