Lorenzo Cremonesi, rivelazioni e testimonianze sulla guerra in Ucraina

Per le Nostre notizie cultura 3 oggi ospite Lorenzo Cremonesi intervistato dal direttore Marco Venezia.
Lorenzo Cremonesi è un affermato giornalista del corriere della sera che, da quarant’anni svolge il ruolo di inviato, in particolar modo di guerra. Oggi, 18 marzo 2023 ci racconta la situazione che si sta vivendo in Ucraina nelle ultime ore.
Ci parlerà della divisione del conflitto in tre momenti diversi, della situazione politica ed economica in Russia, del mandato d’arresto emesso ieri dal tribunale internazionale dell’Aja, del fervore e della coraggiosa resistenza della popolazione Ucraina.
Lorenzo Cremonesi, all’inizio dell’intervista per le Nostre notizie dichiara che la situazione in Ucraina è in una fase di transizione e di attesa. Il giornalista, dunque, divide la guerra in tre momenti:
- Primo momento decisivo in cui Putin lancia l’attacco il 24 febbraio 2022 convinto che avrebbe vinto in pochissimi giorni assaltando la capitale Kiev con gruppi che arrivavano sia via terra che via aerea. Con l'aiuto di cellule dormienti che già erano insediate nella capitale sarebbe arrivato al centro, avrebbe preso Zelensky, instaurato un governo fantoccio e da lì avrebbe preso definitivamente il paese. Così facendo l’intera Ucraina sarebbe stata controllata interamente dai russi.
Quello di Putin era un nuovo programma geopolitico che aveva precedentemente annunciato in un articolo pubblicato nel luglio dell’anno precedente in cui dichiarava di voler far ritornare la Russia uno stato dominante, potente. Voleva tornare ad avere un’influenza diretta non solo sull’Ucraina ma su tutte le province ex sovietiche diventate indipendenti dopo il crollo dell’unione sovietica nel 1991; sostanzialmente voleva cancellare con un colpo di spugna gli ultimi trent’anni di storia facendo risorgere la potenza dell’unione sovietica. L’idea era proprio quella di costruire un nuovo impero russo. Il piano però fallisce subito e a fine marzo 2022 le truppe russe si ritirano da Kiev facendo così iniziare una seconda fase che è quella che abbiamo vissuto fino a pochissimo tempo fa.
- Una guerra di lunga durata basata sulla funzione degli eserciti.
Non è più Putin che detta le regole. In questa fase tutto ciò che fa differenza è l’invio delle armi dai paesi Nato, in particolare da America, Inghilterra, dall’arrivo dei carri armati leopald tedeschi e dei sistemi antimissilistici e antiaerei forniti dall’Italia.
- La terza fase è quella che stiamo vivendo nelle ultime settimane: l’attesa delle offensive di primavera. La contro offensiva russa però è già fallita, gli eserciti mostrano ancora una volta la loro debolezza: armi e strategie obsolete che si rifanno ancora all’unione sovietica. In verità i missili russi che colpiscono le abitazioni dei civili mirano inizialmente ad obiettivi militari che si trovano nelle vicinanze; quindi, queste intelligence russe non sono in realtà così intelligenti e dunque mancano l’obiettivo.
Cremonesi si trova in questi giorni nella regione del Dombass in un piccolo paese vicino alla tanto contesa Bakhmut e dichiara di aver assistito ai fallimenti delle armi russe che, anche se per errore dei sistemi di mira obsoleti, continuano a ferire e sterminare decine di civili. La grande contesa di Bakhmut fa parte di questo grande momento di attesa. La cittadina si trova in linea d’aria a 10\15 chilometri dalle linee di partenza occupate dai russi sin dal 2014, anche qui però non riescono a ottenere risultati, ciò dimostra la totale incapacità.
Ci sono infatti degli scontri interni tra l’esercito russo (nettamente superiore a livello numerico) e le milizie della Wagner, eppure nessun risultato da parte dei russi che avrebbero dovuto far risollevare la loro nazione rendendola una delle prime potenze mondiali.
La Russia non ha le risorse necessarie per condurre questa guerra, il suo PIL è pari a quello della Spagna e non è sufficiente per mandare avanti uno scontro di questa portata e per soddisfare le aspettative iniziali. I missili che usavano gli Stati Uniti nel 2003 erano molto più avanzati rispetto a quelle che usa Putin oggi.
E per quanto riguarda il rapporto con la Cina?
Il grande colosso cinese è ben consapevole delle debolezze russe, la Russia è diventata una “vacca da mungere”, infatti la Federazione Russa avrà risorse come gas e petrolio ad un prezzo bassissimo rispetto agli anni precedenti e, di conseguenza, la Cina ci guadagnerà molto. In cambio la Cina potrebbe mandare delle armi e sarà proprio in quel caso che avremo una svolta. Per questo si parla di una fase di transizione.
Cremonesi dichiara che restano in attesa della contro offensiva Ucraina, perché quella russa non sta andando da nessuna parte ed è ancora da vedere se la Cina, nei prossimi giorni, sarà pronta ad affiancare con tutta la sua forza la Russia o se continuerà a “mungere” i suoi prodotti.
Nella giornata di ieri il tribunale dell’Aja ha emanato un mandato d’arresto nei confronti di Vladimir Putin. Secondo il giornalista ciò ad essere curioso è il timing; la decisione, infatti, viene presa a poche ore dall’inizio della visita di Xi Jinping a Mosca, ciò è politicamente molto importante, secondo l’inviato si tratterebbe addirittura di un segnale. A questa decisione ci sono due conseguenze: Putin, a livello pratico, non potrà viaggiare nei 123 paesi che sono firmatari del trattato di Roma che, nel 1998, stabiliva il tribunale internazionale. Se dovesse entrare in questi paesi verrebbe fermato dalla polizia locale, consegnato alla polizia dell’Aja e messo poi sotto processo. Non hanno firmato il consenso non solo la Russia ma anche Stati Uniti nella quale ci sono processi dell’Aja ancora aperti e la stessa Ucraina. Eppure,cambierà ben poco per Putin.
Tuttavia, un altro aspetto è molto più importante: Putin diventa un criminale ricercato a tutti gli effetti a livello internazionale, ciò ovviamente rovina il suo status perché non verrà più visto come un leader politico ma come un ricercato. La Russia ha risposto sprezzante e l’ex presidente ha addirittura esordito considerando la decisione del tribunale “carta igienica”. Per Putin cambiamolto a livello simbolico.
Ciò che doveva essere per lui un’azione che lo avrebbe messo alla pari degli Stati Uniti e della Cina lo vede adesso come conseguenza della decisione del tribunale un criminale, viene accusato anche di genocidio.
Putin rischia di mettere in ginocchio la sua stessa nazione anche a livello economico.
La situazione economica in Russia ha resistito fino ad oggi nonostante tutto.
Per quando riguarda l’accordo sul grano, quando lo vedremo parlare con i leader mondiali verrà sempre ricordato che è un ricercato e, di conseguenza, sarà estremamente difficile giungere ad accordi.
E la popolazione Ucraina?
Contrariamente a quanto dicono la maggior parte dei commentatori in Italia, l’Ucraina se pur un tempo aveva una fetta di popolazione russofona e legata alla Russia adesso non solo gli ucraini filoccidentali ma anche i filorussi hanno reagito facendo muro contro l’invasore. L'effetto della mossa di Putin è stato derussificare e ucrainizzare gli ucraini che prima non erano poi così nazionalisti. Ciò spiega il fenomeno dei volontari di guerra tra giovanissimi, donne e anziani che mettono tutto ciò che hanno a disposizione della loro nazione. Questa mobilitazione è il motore primo della resistenza che ha portato i Russi a perdere la prima parte della battaglia.
[…]
L’Ucraina è stata, nel 2014, fortemente integrata nel mondo occidentale e si è staccata dall’economia russa ma, comprensibilmente, questa richiesta ad oggi non c’è più però ciò non vuol dire che non ce ne sia il desiderio.
Cremonesi quindi racconta che qualche giorno fa si trovava di fronte ad un’abitazione abbattuta da un missile e parlava con una famiglia che aveva perso appartamenti e immobili importanti: marito e moglie dicevano di aver perso più del 50% del loro reddito rispetto al 2021 e per riavere a ciò che avevano prima non sono disposti a cedere anzi, Putin deve perdere, la Russia deve perdere.
Quest’idea è vissuta a livello maggioritario nella popolazione.
Zelensky incarna la volontà e determinazione di resistenza degli ucraini e se mai dovesse cedere alla volontà di Putin verrebbe defenestrato e ci sarebbe un colpo di stato. Zelensky sembra aver compreso i desideri profondi della sua popolazione e incarna il desiderio di resistenza. La guerra, dunque, non potrà cessare tramite un compromesso ma deve essere vinta sul campo e Putin deve perdere tutto ciò che vuole. Non è Zelensky che vuole la vincita ma è la popolazione che non accetterebbe mai di perdere.