Al Tour de France è il turno degli sterrati, a chiusura della prima sezione di gara.
Dopo una serie di tentativi, va via una fuga con uomini interessanti: Lazkano, Aranburu, Lutsenko, Pidcock, Stuyven, Vermeersch, Powless, Healy, Turgis, Reinders, Van Gils, Romo, Zingle e Derek Gee.
In gruppo, sulla prima salita in sterrato, la Visma fa schizzare l'andatura.
Pogacar ed Evenepoel restano nel drappello di testa, al pari di un ottimo Ciccone e di Moscon in appoggio a Remco; Roglic invece si fa trovare troppo indietro ed è costretto ad inseguire.
Nel gruppo dello sloveno rimangono anche Ayuso, Van Aert ed il campione italiano Bettiol.
Tra il gruppo dei fuggitivi e quello della maglia gialla, naviga intanto un gruppo con Küng e Bardet.
Il ricongiungimento di Roglic con il gruppo Pogacar avviene dopo 20 km; nel frattempo viene riassorbito pure il plotoncino dei primi inseguitori alla testa della corsa.
Su un tratto piano di sterrato Vingegaard fora ed è costretto a cambiare la bicicletta durante il forcing della UAE; Tratnik gli dà la sua e il danese rientra.
A 90 dall'arrivo Pogacar abbozza un allungo in discesa; si accodano Evenepoel e Jorgenson.
In 500 metri il gruppo torna sotto.
In questo frangente la fuga ha 1 minuto di vantaggio sul gruppo.
Mancano all'appello nel gruppo dei big Simon Yates e Carapaz, sprofondati indietro di minuti ed ormai fuori classifica.
Ai - 80 dall'arrivo, su un altro settore, è Van Aert ad alzare i giri del motore e decretare di nuovo la selezione.
Ai -78 Evenepoel, in cima al tratto, ora in asfalto, si produce in una cannonata.
Pogacar e Vingegaard si guardano in compagnia di Roglic e Van der Poel; poco dopo reagisce in pianura Pogacar, subito tallonato da Vingegaard, ancora con la bicicletta di Tratnik.
I due rientrano; Pogacar dá un paio di cambi, Vingegaard ovviamente no perché sarebbe controproducente per lui perdere volata e secondi di abbuono dai due.
In generale, a così tanti chilometri dall'arrivo, l'unico dei 3 che ha concreto interesse ad insistere è la maglia bianca belga, per aumentare il margine in classifica su Roglic in vista delle montagne.
I tre allora si rialzano e il gruppo Roglic, guidato da un Hindley oggi generoso, rientra.
Si segnala ancora la presenza di Ciccone, spesso nelle prime posizioni.
A 57 dal traguardo Evenepoel sbaglia traiettoria sullo sterrato; ritorna sotto con Mas e Gall al mozzo.
Poco dopo cade Vlasov in una canalina: per lui un taglio profondo al gomito ed uno sul fianco.
A 42 dall'arrivo si muovono i corridori desiderosi di vincere la tappa, in caccia alla fuga che ha 1'22" di vantaggio: aprono le danze Matthews ed il norvegese Tiller, seguiti da Van der Poel, Rui Costa, Fuglsang, Girmay e Gaudu.
Il gruppo desiste da qualsiasi genere di inseguimento e da dietro rientrano in tanti
Su uno sterrato ai - 31 Politt accelera con Pogacar a ruota, senza tuttavia produrre effetti.
A 22 dall'arrivo, su un tratto di sterrato più complicato e ventoso, la maglia gialla attacca in prima persona: lo seguono Laporte e Jorgenson, mentre il leggero Vingegaard perde qualche metro.
Prima il francese e poi l'americano danno una mano al vincitore uscente a rientrare con un lavoro notevole.
Pogacar all'inizio insiste, poi rifiata; si riporta sotto il drappello Evenepoel (in testa a tirare) - Roglic - Rodriguez, i quali evidentemente non incutono paura né a Tadej né a Jonas.
Ai - 11 Stuyven se ne va in pianura tra i battistrada con un colpo di mano pregevole; Gee e Lutsenko guidano l'inseguimento.
Nell'ultimo tratto di sterrato ritenta ancora Pogacar, ma rinuncia dopo 300 metri perché Vingegaard e Evenepoel gli prendono la ruota; dopo 1 km nuovo assalto dello sloveno e nuovamente Vingegaard reagisce e resiste in scia.
Davanti Stuyven, dopo una bellissima azione, finisce le energie e viene ripreso ad 1 km dal traguardo.
Healy prova il colpo da finisseur agli 800 metri.
Allo sprint è il francese Anthony Turgis, secondo alla Sanremo 2021 proprio dietro Stuyven, che brucia Pidcock.
Grande vittoria per il corridore della Total Energies.
Dietro i fuggitivi, Girmay si prende i punti per la maglia verde.
Come si poteva prevedere, la tappa è stata scoppiettante e non ha prodotto alcun distacco in classifica, complici gli ultimi 50 km senza salita.
Un Tadej Pogacar molto bellicoso e generoso, sullo sterrato a lui caro, ha provato reiteratamente a guadagnare margine sugli avversari, specialmente su Jonas Vingegaard.
Quest'ultimo ha perso qualche metro solo in una circostanza, ben aiutato dai compagni; per il resto non ha mai mollato la ruota del leader della generale, denotando grande resistenza.
Ne escono indenni pure un ottimo Evenepoel e gli opachi Roglic e Rodriguez.
Molto brillante Ciccone in una tappa a lui ostile, che ha chiuso con loro e non ha alcuna intenzione di farsi da parte in ottica top 10.
Brutta prova invece di Alberto Bettiol in una tappa a lui adatta; finora il tricolore toscano non ha convinto in questa Grande Boucle.
Domani primo giorno di riposo.
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