Recentemente si è sentito parlare di Medvedev, il numero 2 del Cremlino, uno dei pochi rimasti fedele al regime dittatoriale sovietico messo in piedi, agli inizi del 2000 da Putin. Si scaglia violentemente fa giorni contro l'Occidente minacciandolo continuamente. Questo comportamento alimenta l'idea che a) è una dittatura - la prova è oramai palese; b) il punto di non ritorno è stato abbondantemente superato e quindi cercano il tutto per tutto per salvare la faccia. I sovietici che hanno commesso gli orrori di Bucha si sono macchiati di gravissimi atti delittuosi posti in essere contro cittadini innocenti colpevoli, a dire dei sovietici, che sono collaborazionisti del “regime nazista” di Kiev. Non risulta però che Kiev vada contro ebrei, omosessuali, testimoni di Geova, menchemeno avvelena gli oppositori politici - come fa Putin - e nemmeno uccide e insabbia chi non è col regime sovietico. Il muro di Berlino e l'Unione Sovietica sono caduti da circa un trentennio, eppure siamo tornati ai tempi dell'URSS - e tecnicamente è cosi visto che la bandiera di guerra usata negli attacchi in Ucraina è guardacaso rossa con falce e martello comunisti -. Medvedev dovrebbe capire che se loro intendono democrazia con “fate quello che dico io” non andranno avanti e la disfatta sarà più atroce della sconfitta.
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