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Quarta tappa del Tour de France: Primo round a Pogacar

Alla quarta tappa il Tour lascia l'Italia e rientra in Francia: partenza da Pinerolo, in Piemonte, ed arrivo a Valloire, dopo la scalata al Galibier e la discesa. Se sul breve ed arcigno San Luca ci sono stati i primi movimenti interessanti, il Galibier è il primo vero ring tra gli uomini di classifica. All'inizio della tappa, prima della lunga e dolcissima ascesa al Sestriere, si susseguono i tentativi di fuga, tra i quali quelli di Van Aert e Pedersen, che batterà gli altri pretendenti alla maglia verde al traguardo volante. Quando inizia il falsopiano a salire verso il Sestriere, è proprio Van Aert, completamente fuori forma, a mollare la presa dal gruppo. Rientrerà in seguito. Finalmente prende il largo la fuga con Juul - Jensen, l'iridato Van der Poel, Cristián Rodriguez, Lutsenko, Johannessen, Burgaudeau, Bernard, Lazkano, Williams, Rui Costa, Gaudu, Madouas, Grègoire, Armirail, Goossens, Barguil, García Pierna ed Eiking. Williams, vincitore della Freccia Vallone, scollina in testa al GPM. All'inizio del Monginevro il gruppo Carapaz ha 2'35" di ritardo dalla fuga. Sulla seconda salita di giornata non succede nulla; Williams si aggiudica di nuovo il Gpm. Il gruppo scollina a 2'05". La tappa, come prevedibile, vive nell'attesa del Galibier.

Quando la strada inizia a salire con pendenze irrisorie verso il Lautaret, la fuga ha di nuovo 2'50", anche perchè dietro tira il solo Politt della UAE, davvero generoso. Il team di Pogacar alza poi il ritmo con Wellens ed il gruppo guadagna terreno; davanti si avvantaggiano prima Johannessen, Gaudu, Lazkano e Juul - Jensen, poi Lazkano da solo. Alla fine del Lautaret e dunque all'imbocco del Galibier, certamente più tosto, la UAE alza il ritmo e riprende tutti.

Il primo big a staccarsi è Simon Yates, scortato dai compagni; subito dopo è il turno di Pidcock, inadatto a fare classifica, e Jai Hindley. A sorpresa, sul ritmo di Almeida, va in crisi nera pure la maglia gialla Richard Carapaz a - 6,3 dalla vetta; la stessa sorte tocca al fantasma Enric Mas, a Romain Bardet, Geraint Thomas, Aleksandr Vlasov. Sulla trenata violenta di Ayuso si staccano Buitrago, Gall, Jorgenson, Buitrago e Bernal. Incredibilmente cede di schianto Adam Yates, seconda punta della stessa UAE. Un ottimo Ciccone va in difficoltà ai - 3,6, prima di una fin troppo evidente incomprensione tra Almeida e Ayuso in testa al gruppo, perchè lo spagnolo cerca di risparmiare la gamba. Con loro restano i giganti del Tour: Pogacar, Vingegaard, Evenepoel accompagnato da un grande Landa, Roglic e Carlos Rodriguez. A 750 metri dalla vetta attacca Tadej Pogacar, che ha volutamente atteso il finale per sfruttare la sua violenta sparata: cedono tutti, tolto Jonas Vingegaard, che perde poi contatto ai - 450 dal GPM su un'altra fucilata dello sloveno, che si prende pure l'abbuono. Il danese perde 8" in vetta; Evenepoel, sorprendente, ne paga 20; Roglic, Evenepoel, Rodriguez, Landa, Almeida e Ayuso ne cedono più di 30. La maglia gialla Carapaz, oggi disastroso, scollina a 4 minuti. Il duello a distanza Pogacar - Vingegaard in discesa è da brividi: i due scendono a tutta, ad oltre 70 orari. Intanto dietro Carlos Rodriguez, ottimo discesista, forza l'andatura, si riporta su Evenepoel e se ne va, inseguito da Roglic e Ayuso. Il belga, in difficoltà in picchiata, viene ripreso pure dalla sua spalla Landa. Intorno ai 10 km dall'arrivo, Vingegaard rallenta ed inizia a perdere terreno dallo scatenato rivale; ne ha 32 di ritardo, quando rientra su di lui il terzetto Rodriguez - Roglic - Ayuso ai - 4,5. Subito dopo torna sotto Remco Evenepoel. Pogacar vince alla grande con 35" su Evenepoel, Ayuso, Roglic e 37" su Rodriguez e Vingegaard, i quali perdono alcuni metri in volata. Poco dopo arrivano Landa e Almeida a 53". Buon nono è Ciccone a 2'41", nel gruppo con Bernal, Geraint Thomas (pazzesco il 38enne gallese, reduce dal Giro), i deludenti Adam Yates e Jorgenson (da loro ci aspettava ben altro), Buitrago e Gall. Colano a picco Mas e Simon Yates a 4'01" e l'ex leader Carapaz a 5'10". Pogacar, il cui vero capolavoro è stato in discesa, torna in giallo e conferma le previsioni della vigilia. Vingegaard dal canto suo cerca le migliori sensazioni e limita i danni. Evenepoel sorprende tutti e firma un grande secondo posto. Roglic e Rodriguez sono ancora visibilmente imballati, ma appaiono in crescita. Capitolo squadre. La UAE si dimostra una corazzata: Pogacar vince, Ayuso e Almeida spadroneggiano ed il solo Yates delude; la Visma in pratica può contare sul solo Jorgenson, anch'egli una controfigura di quello del Delfinato; la Soudal stupisce con Landa sugli scudi; la Ineos si difende come può; nella Bora si segnalano un Vlasov in grossa difficoltà e un Hindley imbarazzante, domani secondo sprint.



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