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RIASSUNTO ”IL CAVALIERE INESISTENTE” DI ITALO CALVINO

In un caldo pomeriggio d’estate, Carlo Magno, prima di partire, doveva controllare tutti i cavalli, cavalieri, armature e spade. Dopo aver controllato tutti, arriva all’ultimo cavalo con il cavaliere e, Carlo Magno, gli chiede, come ha fatto con tutti gli altri cavalieri. Il cavaliere, però, non si voleva mostrare perché diceva che lui non esisteva, ma che combatteva solamente con la fede e sapendo che quelle battaglie fossero per una buona causa. Dopo un po’ di tempo di trattative il cavaliere si tolse la celata e, come già aveva detto, non trovarono nulla dentro di un essere umano. Questo cavaliere si chiamava Agilulfo. Agilulfo è un cavaliere invidiato da tutti, Poiché svolge tutti i compiti che gli vengono affidati in maniera perfetta. Una notte, non riuscendo a prendere sonno, decide di andare a farsi una passeggiata per meditare un po’ e, all’improvviso, mentre stava camminando, incontrò un cavaliere, una recluta, di nome Rambaldo, ancora molto inesperto che. Però aveva un obbiettivo, vendicare la morte di suo padre, il marchese Gheraldo di Rossiglione, ucciso dall’Argalif Isoarre. I due, poi si salutarono. Parlando con delle guardie, Rambaldo, scoprì che colui con cui aveva parlato non era altro che un ammasso di ferraglia che però, voleva di nuovo incontrare, perché, per lui è l’unica certezza che può avere con una persona che non può né essere ferito e né essere ucciso e perché è anche la presenza più solida dell’esercito. Dopo esser passato un altro giorno, e, dopo diverse ore di galoppo, Carlo Magno, ordinò di accamparsi in una radura per far riposare l’esercito. Dal luogo in cui si erano accampati, si sentivano strani rumori. Quei rumori erano prodotti da un uomo di nome Gurdulù. Quest uomo, pensava, a volte di non essere una persona ma un oggetto o un animale. A Carlo Magno, gli piacque e, decise di reclutalo con la carica di scudiero di Agilulfo. Però Gurdulù, scappo nel bosco e no si fece più vedere. Per prenderlo in giro, chiedevano ad Agilulfo, quando sarebbe arrivato il nuovo scudiero e, rispose che lui non sa niente e segue gli ordini impartitigli dall’imperatore. Il personaggio che racconta la storia, è una suora di nome Teodora e dice che quando furono arrivati sul posto dove ci sarà la battaglia, tutti i cavalieri cristiani aspettarono che arrivasse il segnale che doveva dare inizio al combattimento. Per colpa della polvere sollevata da terra a causa del movimento degli zoccoli, si capisce che il segnale è stato dato con un colpo di tosse e all’improvviso, tutti i cavalieri delle due fazioni opposte, iniziano a combattere contro gli infedeli. Rambaldo, invece, è in cerca dell’Argalif Isoarre, perché deve vendicare la morte di suo padre una volta e per sempre. Chiede a un saraceno di indicargli la strada, poi va sul versante sinistro dove lo trova per poi scappare dall’altra parte, quella destra, dove trova uno scudiero che deve portare gli occhiali a Isoarre, poiché è miope. Con la sua spada rompe gli occhiali ma, poi viene a sapere che è stato già ucciso, quindi, la sua vendetta è stata in parte compiuta, perché fatta indirettamente. Dopo aver visto la sua morte, Rambaldo, si rifugia in una radura dove, però, viene attaccato da due mori. Lui viene portato in salvo da un cavaliere pervinca che poi se ne va senza dire nemmeno una parola. Poi, va in cerca di colui che l’ha salvato e, lo trova che si sta facendo un bagno in un ruscello, dove però scopre che non è un maschio ad averlo salvato ma, una donna di nome Bradamante, di cui si è immediatamente innamorato perdutamente. Al ritorno dai suoi compagni, Rambaldo racconta tutto e, lo prendendo in giro non credendogli e, spera di incontrare quanto prima Agilulfo così da potersi confidare. Continua suor Teodora, raccontando come versa il campo di battaglia durante l’ora del rancio. Rambaldo, dice che vuole diventare paladino ma, Agilulfo, lo smentisce immediatamente, spiegandogli che se si diventa paladino non ci si copre solamente di gloria, ma, si hanno dei compiti importantissimi. Pertanto lo fa andare nelle cucine dei reggimenti a verificare se tutto è in regola con l’incarico di riferirglielo. Quando torna non ha le idee chiare perché i poveri che vengono per mangiare la zuppa hanno nomi diversi ma si assomigliano tutti. Allora Agilulfo, va a controllare e fra tutti, incontra Gurdulù e gli dice che Carlo Magno, aveva affidato a lui l’incarico di scudiero per lui. Intanto doveva iniziare col dare una mano nel seppellire tutti i morti e, mentre si lavora, Rambaldo, chiede a Agilulfo se conoscesse Bradamante e, mentre sta facendo vedere come tagliare un pezzo di legno precisamente, lo fa con un po’ di rabbia senza rispondergli e questo fa preoccupare Rambaldo. Il giorno dopo, Rambaldo incontra la guerriera che gli ha salvato la vita, Bradamante e, la invita ad una sfida col tiro con l’arco. Casualmente, da quelle parti, passa Agilulfo, e a sua volta la invita a tirare con l’arco. Visto che Bradamante prova un grande amore per Agilulfo, e quindi, si rassegna. Sulla strada, incontra Torrismondo, un cavaliere che pensa che la guerra che stanno facendo contro gli infedeli sia inutile. Durante il banchetto, Carlo Magno, maleducatamente, mangia con le mani e, proprio durante il banchetto, tutti i cavalieri raccontano, dicendo anche molte bugie le loro avventure e le loro imprese, vantandosene ma, Agilulfo, come sempre fa il guasta feste, poiché caccia dei documenti che testimoniano il contrario. Stizzito, a quel punto, Torrismondo, afferma che Agilulfo, non è un cavaliere senza macchia, perché, quando salvò la principessa si Scozia dai briganti, lei rimase incinta di lui a soli tredici anni e, per non far scoprire il suo stato ai genitori e per evitare la loro ira, scappò e vagò nei boschi. Per cercare le prove Carlo Magno, lo scudiero, Torrismondo, Agilulfo, Rambaldo e Bradamante partirono. Durante il cammino, Agilulfo e Gurdulù, si fermarono da una mugnaia per chiedere indicazioni. Lei offre anche del pane e dell’acqua che però rifiutano e una biada per il cavallo che, invece accettano. Arrivati alle porte di una città protetta da mura, le guardie gli chiedono di far vedere loro il viso, visto che sono in ricerca di un pericoloso brigante. Lui però scappa per poi tornare assieme al brigante ricercato. Arrivata anche Bradamante, chiede dove fosse andato Agilulfo, poi arriva anche Rambaldo, che invece chiede dove fossero andati tutti e due. Durante il tragitto, Agilulfo, incontra una donna che gli chiede di liberare la sua signora dall’attacco degli orsi nel castello. Lui la salva e assieme passano una splendida notte. Agilulfo arriva in Inghilterra e va in un monastero dove da quindici anni, Sofronia vive ma, il monaco spiega che il monastero è stato raso al suolo dagli attacchi dei mori e che le donne sono state portate tutte in Marocco dove vengono vendute come schiave e fra queste c’è anche Sofronia. Allora lui e lo scudiero partono ma, una tempesta, fa capovolgere la nave e, lo scudiero, viene ‘’ripescato’’ da una rete di pesca dei saracini. Allora Agilulfo va a riprendere il suo scudiero e poi, viene a sapere che Sofronia era stata promessa in sposa al principe del Marocco. Allora Agilulfo mette a punto un piano per portarla via. Una volta portata via, scopre che è vergine e quindi riparte immediatamente per comunicarlo a Carlo Magno. Agilulfo pensa di lasciare Sofronia in una grotta dove, però, arriva Torrismondo. Torrismondo, è in cerca dei cavalieri del Santo Gral e, giungendo poi in un villaggio di nome Curvaldia, cerca ristoro che, non gli viene dato. Allora, Torrismondo se ne va nei boschi, dove incontra i Cavalieri del Santo Gral e, dopo aver spiegato loro la sua storia, decidono di farlo rimanere con loro. Arrivato il girono della riscossione delle tasse, vanno nei vari villaggi e, arrivati ai contadini che non potevano dare niente, Torrismondo si mette dalla parte del popolo e fa andare via i cavalieri. Poi si rifugia nel bosco per meditare e, non sa nemmeno lui stesso chi sia. Vagando, arriva nella grotta dove vede dormire una donna. Questa donna è Sofronia. I due si scambino battute tutta la notte e, Torrismondo si rende conto di essersi innamorato di lei. Arrivarono nella grotta in Bretagna dove aveva lasciato la donna, Agilulfo assieme al suo scudiero e una esperta in donne e, trovarono anche Torrismondo che stavano insieme. Agilulfo, li chiama e, sentendosi chiamare, Torrismondo fugge, per poi ritornare perché, pensa che se fino ad un attimo pima fosse vergine, non poteva essere cambiato nulla. In effetti si apprende che Sofronia ha cresciuto il figlio della sua matrigna nato da un incontro fortuito. Quando apprese che il re era di ritorno, mandò i bambini nel bosco a passeggio e da lì non fecero più ritorno. Rambaldo, va a cercare Agilulfo ma, trova solo la sua armatura con scritto che gliela lascia a lui, Allora torna a combattere e, finita la guerra, incontra Bradamante che, pensando che fosse Agilulfo, gli si avvicina ma, guardandolo negli occhi si accorge che non è lui e allora scappa dopo avergli dato un colpo di spada che lo ha stordito. Gurdulù diventa lo scudiero di Torrismondo e Rambaldo alla ricerca dell’unico a cui vorrebbe confessare le sue pene, non smette di cercare Agilulfo in ogni bivacco. Si celebrano le nozze, al cospetto di Carlo Magno, tra Torrismondo, che viene eletto conte di Curvaldia e Sofronia. Quando rivedono rifiorito il villaggio, accettano di tornare.

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